Il termine "Mostro del Circeo" si riferisce a un caso di cronaca nera avvenuto nel settembre del 1975 in Italia, precisamente a San Felice Circeo, in provincia di Latina. Il caso è noto per la sua efferatezza e per la brutalità delle violenze inflitte alle vittime.
Le vittime e gli aggressori:
Le vittime furono due giovani donne romane, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez. Gli aggressori erano tre giovani di buona famiglia: Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira.
I fatti:
Le due ragazze furono invitate a una festa in una villa al Circeo. In realtà, furono sequestrate, violentate, torturate e picchiate brutalmente. Rosaria Lopez fu uccisa, mentre Donatella Colasanti, fingendosi morta, riuscì a sopravvivere e a dare l'allarme, portando all'arresto di Izzo e Guido. Andrea Ghira, invece, riuscì a fuggire e visse latitante per molti anni, morendo a Melilla, in Spagna, nel 1994, sotto falsa identità.
Il processo e le condanne:
Il processo fu molto seguito e suscitò grande scalpore nell'opinione pubblica italiana. Angelo Izzo e Gianni Guido furono condannati all'ergastolo. Andrea Ghira, processato in contumacia, ricevette la stessa condanna.
Il significato del caso:
Il caso del Circeo ha rappresentato un punto di svolta nella coscienza civile italiana, evidenziando la violenza di genere e la necessità di proteggere i diritti delle donne. Ha anche sollevato questioni importanti sulla giustizia e sulla rieducazione dei criminali. Angelo Izzo, nonostante l'ergastolo, ha continuato a commettere reati anche in carcere e durante i permessi premio, uccidendo altre due donne nel 2005. Questo ha alimentato un acceso dibattito sulla sua pericolosità sociale e sull'efficacia delle pene detentive. Il caso continua ad essere un simbolo della brutalità e della disumanità.
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